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al testo di Laura Turra
Dove hai fatto il nido
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È svanita la mia voce come un seme di fiore soffiato nell’aria. Le parole sono cadute oltremare dove non ho casa né memoria. Potesse un canto riportarti a me! Sosto nel sogno dove ancora posso lasciare il dolore tenerti per mano su una via immaginata e sul pendio del tempo trovare il posto dove hai fatto il nido.
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Laura Turra
- 22/04/2017 13:00:00
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Cari Leonora e Nando, infinite grazie per ogni vostra parola, ma soprattutto per il tempo speso, per la cura e lattenzione che mi dedicate. È per me bellissimo il confronto che nasce qui tra chi scrive e chi legge. Io ne traggo davvero benefici stimoli per il lavoro compositivo. Vi dico che alla fine ho deciso di lasciare il testo nella sua versione originale, un po per rispetto a chi lo ha letto e commentato in quella forma. Mantengo lottativo che più si avvicina al senso che voglio abbia il testo. La parola tetto invece di posto mi piace. Pubblicherò una seconda versione, in omaggio a Leonora per i suoi consigli e la conserverò tra le altre mie. Del resto una delle mie poetesse preferite se non la preferita, Emily Dickinson, sovente ha scritto differenti versioni delle sue poesie, perché non posso fare lo stesso? Grazie ancora a voi e a tutti.
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Leonora Lusin
- 22/04/2017 08:27:00
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Hai proprio ragione Nando. Credo che Laura, da quanto mi dice, accetterà tetto al posto di posto (!). Forse basterebbe, per depotenziare "leccesso dellinvocazione" usare il corsivo. Laura,domina, facci sapere cosa ne pensi.
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Nando
- 22/04/2017 08:07:00
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Credo che nella poesia ogni personale perda se stesso, quando è poesia, cioè quando nella forma la scrittura diventa specularità della lettura nelle sue infinite possibilità; se penso ad esempio alla Lamarque... "Potesse un canto...", trovo questa soluzione migliore di quella proposta da Leonora, poiché in armonia discorsiva con quella voce smarritasi nel lamento di un canto dolente, che ha sperimentato tutta la propria impotenza di fronte alla separazione; ecco quindi lopportunità dellottativo e non del condizionale interrogante, poiché lesperienza è che " le parole sono cadute oltremare dove non ho casa né memoria"; solo limmaginazione nellimmanenza temporale del qui e ora, anche se solo in veste di sogno, unica dimensione dove la ragione può rinunciare a se stessa, la trasfigurazione naturale della realtà, in questo esserci che non dispone dellessere, è possibile di nuovo annidare il proprio lutto, sia in senso pieno che lato. Apprezzo molto le osservazioni periziali di Leonora, sempre di ottimo contributo, cui non posso rispondere se non con lascolto, non avendo io né forma di cultura né sapere, tuttavia trovo questo tuo testo già molto bello così, bellezza che dalla forma sale al senso e assieme entrambi diventano volo poetico di coloro che leggono. Ti abbraccio forte
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Laura Turra
- 21/04/2017 07:51:00
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Grazie Alberto, trattengo il tuo augurio come un talismano per questo nuovo inizio. Sia lieto il giorno, anche per te.
Leonora, grazie dellapprezzamento. Sto andando al lavoro, mi soffermo più tardi sui tuoi suggerimenti. Ti anticipo che qualche modifica la faccio. Albero non mi piace, forse tetto sì. A dopo, ciao
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Leonora Lusin
- 21/04/2017 07:13:00
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Molto bella. Perché Giovanni dice che è troppo personale? La poesia grazie a dio, non è soggetta alle leggi sulla privacy. Suggerisco,Laura perdonami, si sostituire "posto" con albero o tetto. in questo modo si àncora il tutto ad una immagine. E si toglie qualche assonanza di troppo. E anche, al posto di un ottativo, mettere un condizionale "Potrebbe un canto riportarti a me?
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Alberto Becca
- 21/04/2017 06:06:00
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Voce che si perde, parole che cadono, sogni svaniti, nidi svuotati... il testo pone in modo anche drammatico il tema della privazione, della perdita (inaspettata ?) del distacco, dell andata senza ritorno.... Il mio augurio (e la speranza) è che la lirica stessa abbia un seguito, che si possa costruire un altro nido, che possano risuonare altre voci, che la vita non sia piu immaginata ma vissuta in pienezza, serenità, gioia
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Laura Turra
- 21/04/2017
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Ferdinando, il tuo è un commento bellissimo, pura poesia. Ti sono davvero grata per questo dono.
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Ferdinando Giordano
- 20/04/2017 21:13:00
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La tua lingua nubile: fresca saggina, saggezza lirica; se laridità dei ricordi insabbia la vita, qui è umida coltre il canto.
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Laura Turra
- 20/04/2017 14:16:00
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Giovanni, grazie di cuore per la lettura. Anche una tua piccola nota è sempre gradita. Un caro saluto
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Giovanni Baldaccini
- 20/04/2017 13:27:00
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Dolente e morbida, ma troppo legata al personale per aggiungere altro.
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